Sabato 25 luglio, presso il Padiglione delle Arti a Marcon (Ve), apre la mostra “e” – Gutai Paintings in the Midsummer Burning Sun, nella quale saranno presenti alcuni capolavori degli artisti giapponesi che furono tra i più celebri esponenti del Gruppo Gutai, come Shozo Shimamoto, Kazuo Shiraga, Sadamasa Motonaga, Atsuko Tanaka e Yasuo Sumi; non mancherà inoltre il confronto con la pittura di grandi nomi dell’arte ‘occidentale’ che, per influenza diretta o per affinità ideologiche e metodologiche, sono giunti ad esiti paralleli a quelli del Gutai: è il caso di artisti come Jackson Pollock, Georges Mathieu, Paul Jenkins e Pinot Gallizio.
Fondato nel 1954 ad Ashiya (Osaka) da Jiro Yoshihara e Shozo Shimamoto, il nome Gutai, viene diffusamente tradotto come “concreto”, ma assume nell’intenzione dei suoi fondatori e componenti un significato più complesso e pregnante: Gutai è la concretizzazione attraverso la materia della spiritualità dell’arte, generata grazie alla presenza fisica dell’artista che si esprime con la libertà di movimento, di azione, di ordine o disordine. Il titolo della mostra nasce quindi dalla volontà di rappresentare questa libertà creativa insita nella poetica Gutai, che con la parola “e” designava l’“opera”, il “dipinto”, nell’accezione più disinvolta, informale e libera del termine; inoltre essa vuole celebrare l’“Experimental Outdoor Modern Art Exhibition to Challenge the Midsummer Burning Sun”, ovvero l’antefatto, lo spettacolo sperimentale che ebbe luogo ad Ashiya proprio il 25 luglio del 1955 – anticipando quindi di tre mesi la prima ufficiale esibizione del gruppo a Tokyo (ottobre 1955) – sotto il ‘sole cocente di mezza estate’.
Dieci anni dopo le tragedie di Hiroshima e Nagasaki e la fine della Seconda Guerra Mondiale, i valori tradizionali della società giapponese, e con essa dell’espressione artistica, entrano inesorabilmente in crisi: l’esigenza di mimesi e di rispecchiamento del mondo, propri della pittura, nel Gutai risultano sorpassati e sostituiti da un’impulsività compositiva focalizzata sulla fisicità dell’artista, dei materiali e degli oggetti coinvolti nel processo costruttivo delle opere, siano esse tele, installazione in interni ed esterni, film, teatro o azioni performative. La principale caratteristica del Gutai, inteso come movimento artistico, è proprio la mancanza di regole, di un codice creativo, a favore invece di un’estrema libertà espressiva di tecniche, mezzi, forme e generi. Non a caso Shozo Shimamoto nel 1957 firma il Manifesto “Per una messa al bando del pennello”: dunque azione, dinamismo, energia; liberare la materia da ogni vincolo e renderla viva, espressiva, rivelatrice.
Nonostante la forte carica innovativa del movimento giapponese, esso è stato a lungo relegato ai margini dalla critica internazionale; negli ultimi anni fortunatamente si è assistito ad un’inversione di tendenza, che ha portato nuovamente Gutai sotto i riflettori: è del 2010-2011 “Dipingere con il tempo e con lo spazio”, mostra organizzata al Museo Cantonale d’Arte di Lugano, mentre del 2013 è “Splendid Playground”, presso il Solomon Guggenheim di New York. In tale contesto di giusta rivalutazione e rinnovato entusiasmo si colloca “e” – Gutai Paintings in the Midsummer Burning Sun: attraverso selezionate opere fondamentali del percorso creativo degli artisti, come il quadro del 1953 di Shozo Shimamoto, che segna la nascita della pittura materica informale fino ad opere più tarde, come la spettacolare tela del 1991 di Kazuo Shiraga, la mostra – di grande impatto visivo ed emotivo – intende presentare l’energia avanguardista del Gutai che manifestandosi contemporaneamente ai fenomeni artistici americani ed europei dell’Action Painting, dell’Arte Informale, dell’Happening e della Body Art – se non addirittura anticipandoli ed influenzandoli – giunge fino ai giorni nostri riuscendo a mantenere intatta la sua dirompente vitalità e disarmante freschezza.
La mostra “e” – Gutai Paintings in the Midsummer Burning Sun aprirà al pubblico sabato 25 luglio 2015 fino a sabato 5 settembre 2015 presso il Padiglione delle Arti a Marcon (Ve). Da sabato 12 settembre 2015 fino a sabato 14 novembre 2015 sarà visitabile invece presso il nuovo spazio culturale “Domo Arte” di Udine.
Inoltre, la mostra sarà accompagnata da un catalogo con testi critici inediti ed un ricco apparato iconografico delle opere esposte.